venerdì 18 luglio 2008

Per le strade cinesi ci sono pochi occidentali


".......quando si vive molto tempo in Cina amandola con tutti i suoi pregi e difetti, una parte di noi diventa inevitabilmente cinese, ma mai cieca. Noi siamo i veri sinologi e non quelli rinchiusi in satelliti sterili del nostro Bel Paese. Tali personaggi indossano abiti che danno loro un titolo, a queste latitudini quasi nobiliare, ma come dice un detto cinese, le anatre non sono come i polli, non riescono a stare in equilibrio sulle pertiche del pollaio. Ma in fin dei conti, con tutto il rispetto per i volatili, il divario tra le due razze è esiguo e da queste parti lo starnazzare, a volte, è ancor più fastidioso del vedere online i grassi polli nostrani, livrea d'aquila in gruppo, ma singolarmente meschini e pusillanimi.

Noi, per iniziali ragioni economiche, ma soprattutto da romantici sognatori, iniziammo a vivere come la maggior parte dei cinesi. Siamo stati studenti bramosi che sono rimasti affascinati dai sobborghi variopinti che illuminano da dentro le zone in ombra delle città e dalla realtà rurale con i suoi sapori genuini che arricchiscono il cuore e ti aprono le porte delle case popolari, il vero movimento cardiaco cinese. Quegli studenti non ci sono più ma il loro cuore è rimasto. Quest'organo è potente e nelle vene spinge con forza un sangue ricco d'emozioni, sentimenti e virtù, elementi essenziali che riscaldano e riportano ad uno stato unificato dove i rapporti umani sono ancora la cosa più importante".

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